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Il pene quella stupida testa di

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Il pene, chiamato anche pistolino (forse per le dimensioni ridotte), uccello (ma le ali?), pesce (probabilmente per l’odore che, solitamente, emana) o, più comunemente e semplicemente, cazzo, ha una dimensione variabile (secondo la temperatura, della compagnia e dell’uso).
Al pene, in Sicilia e a Milano chiamato al femminile rispettivamente "minchia" e “pirla”, sono attribuite misure esagerate e, spesso, leggendarie. Nei cessi, negli ascensori e sui muri delle scuole, per esempio, è disegnato come una specie di siluro a testata multipla. Disegni che inducono in errore le femmine che non lo hanno ancora mai visto nella realtà e che poi, alla prima esperienza reale, rimarranno irrimediabilmente deluse. Una leggenda popolare stabilisce che la lunghezza del pene sia inversamente proporzionale all’altezza dell’individuo, ragione per cui si ritiene, a torto o a ragione, che i più dotati, da questo punto di vista, siano i bassi in generale e i nani.
Il pene, detto anche "mazza", è stato ed è ancora oggetto di confronti e gara fra i possessori sin dalla tenera età e sino alla vecchiaia. E’ misurato col righello e col centimetro (a scuola, dai piccoli) per gareggiare a chi l’ha più lungo o più grosso (al contrario dei telefonini per i quali vale la misura opposta), con lo spessimetro a chi l’ha più duro (nei giardini pubblici, dai vecchi), nell’età intermedia interessa e ci si vanta, specialmente, di avercelo più resistente, a una certa età per come si usa e, dopo, solo per averlo ancora funzionante.
Probabilmente i primi uomini ne avevano più di uno; ciò spiegherebbe l’espressione "che cazzo vuoi?".
Espressione tramandata sino ai giorni nostri e ancora usata, nonostante oggi la scelta non sia consentita e tutti ci dobbiamo accontentare di quello che gli passa il convento.
Il pene è anche chiamato fallo (nome scientifico che ad alcuni sembra il più scemo tra tutti). Io credo, piuttosto, che questo sia il nome più indicato perché, il sesso, secondo me, più che studiato o raccontato, va fatto e praticato.
La chiesa, invece, ha proibito di usare questo nome e consiglia di sostituirlo con un altro: non-farlo. A meno che non s’intenda mettere al mondo qualcuno.
Fra i dieci peccati, difatti, c’è anche il divieto di fornicare, ovvero di uccidere le formiche, toccarsi da soli, farsi toccare o toccare qualcun altro.
In generale (ma anche in tenente, soldato semplice, caporale, sergente e caporale maggiore) tutti sanno che il pene è la zona erogena per eccellenza dell’uomo. Basta avvicinarlo, accarezzarlo, baciarlo e, nei casi più difficili, succhiarlo, per provocare ottimi risultati, anche se talvolta spropositati e, in qualche caso, addirittura disastrosi.
Dell’uso del pene si potrebbero scrivere molte pagine poiché quest’attrezzo è utilizzato in modo differente secondo dei gusti, dell’emancipazione della donna e dal tempo a disposizione. L’utilizzo più comune rimane, in ogni caso, quello classico anche se, in realtà, la manipolazione solitaria, specie in una certa età, resta quella più frequente e quella che comporta meno controindicazioni.
Calcisticamente parlando si ricorda il famoso fallo di mano (con il quale s’intende uno che si è organizzato da solo) e il meno famoso fallo laterale ma, quest’ultimo, è sicuramente molto più scomodo perciò di solito si ricorre di solito al più pratico ed efficiente fallo centrale.
E’ anche molto apprezzata, soprattutto in alcune regioni d’Italia, la cosiddetta "spagnoletta" e, la più diffusa, per territorio, usi e costumi, "fellazio".
Pratica molto gradita dall’uomo ma non altrettanto dalla donna.
Solo a Bari il pene è acquistato al forno ed è consumato sulle tavole, ma si tratta di una particolarità casereccia cui è bene non fare nessuna allusione.
Sotto al pene ci sono i testicoli (comunemente chiamati coglioni) che sono due palline di solito tondeggianti e, molto più spesso, a forma di pera sfatta.
I testicoli possono essere paragonati alle tette delle donne solo che, mentre per queste ultime, per gonfiarle si usa il silicone per i primi il “gonfi aggio” o il “giramento” è automatico e naturale. In giro ce ne sono tantissimi ma gli uomini ne hanno solo due e, di solito, si scassano pure molto e troppo facilmente e frequentemente.
I testicoli producono gli spermatozoi, che sono uguali ai girini ma arrecano molto più danno. Specie se la femmina è minorenne o sposata con un altro.
Gli spermatozoi possono mettere incinta una donna che le provoca nausea. Anche all’uomo la provoca, però subito dopo, appena la tizia glielo comunica.
Potremmo dire tante altre cose ma in considerazione che questo è un discorso “del cazzo” credo che, per il momento, sia meglio farlo terminare così.






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